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De Bartolo (IDM): “Sulla riforma della giustizia pieno sostegno a Ministro Nordio” - Radio Cosenza Nord

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De Bartolo (IDM): “Sulla riforma della giustizia pieno sostegno a Ministro Nordio”

 

 

 

L’approvazione ieri in Senato del disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere fra Magistratura inquirente e Magistratura giudicante proposto dal Ministro Nordio, che segue in ordine cronologico le recenti assoluzioni, alle nostre latitudini, nei processi Rimborsopoli e Reset di importanti esponenti politici calabresi, non possono non indurre alcune riflessioni e valutazioni sul funzionamento del Sistema giudiziario e sulle conseguenze di inchieste che spesso si risolvono, a distanza di tanti anni, in valanghe di assoluzioni, lasciando macerie umane in chi abbia avuto la sfortuna di imbattersi in quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio tritacarne mediatico-giudiziario. 
Come Italia del Meridione approviamo e sosteniamo con convinzione la riforma del Ministro Nordio, ne condividiamo lo spirito garantista e ci batteremo perché alla fine dell’iter parlamentare ci sia un voto favorevole dei cittadini nel referendum confermativo della prossima primavera.
Il nostro sistema giudiziario oggi è impostato secondo il rito accusatorio. Il rito accusatorio prevede che l’accusa e la difesa siano pari e sullo stesso piano e sopra ci sia il giudice. 

La conseguenza logica e successiva, come ebbe modo di dire tante volte Giovanni Falcone quando era in vita e come sostiene adesso persino Antonio Di Pietro, era ed è la separazione delle carriere. 
Perché se accusa e difesa devono essere pari, uno non può essere pari a chi giudica ! 
La riforma quindi limita lo strapotere, non il potere o l’autonomia del magistrato e del giudice, che è sancita costituzionalmente e che è sacrosanta. È altrettanto sacrosanto, però, che il magistrato sia autonomo dal giudice e il giudice dal magistrato e conseguentemente si dia vita, come prevede la riforma Nordio, a due CSM, che sono gli organi di autogoverno dei magistrati. Di più, senza la separazione delle carriere, se si equipara l’accusa al giudizio, prima del giudizio, sui giornali e sui social l’accusa diventa sentenza ! Peggio, sentenza anticipata, sancita da una sorta di Tribunale del popolo. 
Tutto questo è ormai diventato inaccettabile e può essere sanato solo con la separazione delle carriere, proprio perché l’accusa, che deve rimanere autonoma, deve anche apparire, come è giusto, solo accusa e non appunto giudizio anticipato.
ll problema non sta nemmeno tanto nei PM o in alcuni Pm d’assalto, quanto per esempio nei GIP e GUP che, al di la della loro buona fede, nei fatti, quasi sempre autorizzano indagini e inviano a processo senza avere elementi che facciano presumere una “vittoria” in aula. E ciò avviene non perché perché GIP e GUP siano in malafede, anzi, ma appunto perché non sono terzi e tendono ad avallare, di norma, le tesi dei colleghi PM. Che poi alla fine dei gradi di giudizio o addirittura in primo grado ci siano cosi tante assoluzioni non è segno che la giustizia funziona ma semmai l’esatto opposto. 
Chi manda a processo qualcuno lo deve fare con solidi elementi e l’assoluzione dovrebbe essere molto più rara. Questo comporterebbe tanti processi in meno, tante sofferenze in meno e una giustizia più rapida ed efficiente. 
Italia del Meridione pertanto sosterrà con forza questo processo riformatore messo in atto dal Ministro Nordio, che finalmente e dopo tanti decenni di discussioni e dibattiti, mette mano in modo concreto e profondo a una riforma strutturale e sistemica del nostro sistema giudiziario. 

EMILIO DE BARTOLO
Segretario regionale Idm

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